Priorità europee, priorità nazionali

Priorità ed Europa. Risorse e innovazione. Qual è il criterio da adottare seguendo queste parole chiare e precise che, nel momento in cui se ne parla, ci danno l’impressione di essere come delle sabbie mobili. Quali sono le priorità? Cosa deve fare l’Europa? In quali risorse bisognerebbe investire per portare avanti un processo di innovazione che, volente o nolente, è da assecondare? La risposta ruota attorno a due parole: Recovery Fund, il pacchetto da 750 miliardi di euro (360 di trasferimenti e 390 di prestiti) approvato dal Consiglio europeo il 21 luglio per aiutare i paesi UE più colpiti dalla crisi economica generata dalla pandemia. L’Italia riceverà 209 miliardi e al centro del piano da presentare ci sono alcune, anche se vaghe, linee essenziali che riguardano l’innovazione e la digitalizzazione del nostro Paese.
 
Fronteggiare la crisi significa adottare misure e strumenti che favoriscano una politica dell’innovazione prioritaria non solo per l’Italia ma anche per l’Europa e dunque doppiamente importante. Abbiamo la possibilità di accrescere la competitività del Paese utilizzando il più rilevante programma europeo negli anni a venire. Abbiamo la possibilità di investire sulla ricerca scientifica, settore che ci vede in zona retrocessione per investimenti pubblici rispetto alla concorrenza europea, americana e asiatica. Una competizione dunque a livello mondiale per la quale difficilmente potremo “gareggiare” se non si investirà un volume di risorse ampio abbastanza da poter raggiungere almeno il 2% del PIL.
 
L’assegnazione dei fondi dovrà essere adottata, si spera in tempi brevi, secondo criteri guida chiari e selettivi e soprattutto che tengano conto del mutamento che è avvenuto e sta avvenendo nella società a livello tecnologico. Servirebbe che si puntasse più sulla produttività e si lasciasse forse meno posto a politiche propagandistiche sterili e confusionarie che non andrebbero a beneficiare la collettività in una visione a lungo termine. Servirebbe premere l’acceleratore per aumentare la competitività in un mondo concorrenziale (si veda la battaglia sino-americana alla supremazia tecnologica) per non rischiare di essere dipendenti da politiche altrui. Lavorare ad una espansione del piano Industria 4.0 per favorire le imprese con incentivi fiscali.
 
Obiettivi strategici e selettività nella ripartizione delle risorse, la cui traduzione è assegnazione di priorità, possono aiutarci a realizzare un progetto ad un elevato tasso di innovazione che potrebbe rivelarsi un toccasana per la nostra economia, per i posti di lavoro e anche per la nostra cultura, senza per forza ricorrere a chissà quali riti o danze.
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