Le idee dei giovani e lo sviluppo dell’innovazione al Progetto Shell

Nel corso del Progetto Shell i perfezionandi hanno avuto modo di apprendere e specializzarsi in diverse materie della domotica e delle tecnologie per gli ambienti di vita, mettendo in pratica le proprie capacità di digital innovators, le competenze acquisite e i propri processi creativi e strategici, proponendo delle progettualità, idee di startup innovative e relative modalità di sviluppo in ambito domotico e non solo.

Proprio in un articolo recente vi avevamo parlato del progetto “Light Care” di Davide Ursetta, Elisa Falistocco e Sara Falasconi, concepito ed  elaborato nel corso di Shell tra varie fasi di lezioni in aula e laboratorio all’Università Politecnica delle Marche, al Politecnico di Milano e presso l’Area Science Park di Trieste. “Light Care” è un progetto che è stato sviluppato dall’idea di utilizzo del protocollo di comunicazione Light-Fidelity (Li-Fi) nelle strutture sanitarie in sostituzione del consueto e potenzialmente dannoso Wi-Fi. In poche parole, un sistema che prevede una connessione esente da radiofrequenza che, in un ospedale, veicoli dei contenuti di intrattenimento per i piccoli pazienti, senza risultare dannosa per la loro salute.

Così come “Light Care”, ci sono state altre idee innovative molto interessanti. Quella sviluppata da Veronica Antonelli e Michela Caporaletti consiste in "un sistema di installazione per gli impianti domotici, alternativo sia al sistema tradizionale cablato, che necessita di interventi edilizi rilevanti e quindi lunghi tempi di inattività della struttura, che ai sistemi di automazione wireless, non sempre affidabili nella comunicazione dati e che necessitano di manutenzione, ad esempio per la sostituzione di batterie. La soluzione sviluppata renderà l’impianto domotico accessibile a chiunque e andrà a sostituire gli impianti elettrici esistenti".

Filippo Giommetti, Gaia D’Antonio e Lorenzo Biancini, nella fase in AREA Science Park, hanno proposto l’idea di uno smart assistant per gestire il soggiorno degli ospiti in appartamenti ad uso turistico.

L’idea di start up di Caterina Cianca, Marianna Buratti e Matteo Cerioni è volta a costituire un ausilio importante nelle situazioni complesse costituite dagli eventi catastrofici: "…studiando le criticità che si presentano durante terremoti, alluvioni, incendi e blackout è nata l’idea di una rete che garantisca stabilità e affidabilità in qualsiasi condizione. Le caratteristiche più importanti del progetto sono l’innovatività in termini tecnologici e di approccio, ossia vengono adottati dispositivi esistenti in nuove modalità e vengono proposti con un’alta personalizzazione sulla base del caso specifico in cui viene installato. Inoltre, nell’ottica della prevenzione, viene progettato un sistema di monitoraggio delle caratteristiche principali degli ambienti di vita".

Questi sono solo alcuni degli ottimi spunti emersi dal progetto formativo, molti avremmo modo di illustrarveli a stretto giro. Un percorso di formazione che si è dimostrato di estremo spessore, sia per lo stimolante contributo dal corpo docente e dal team di ricerca che per i feedback brillanti derivanti dai discenti, a conferma della caratura degli specializzandi nelle loro competenze ed  expertise apprese come Tecnici e Ricercatori per l’applicazione, la progettazione e lo sviluppo di tecnologie domotiche per gli ambienti di vita.

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