L’importanza dell’educazione digitale in un contesto in continua evoluzione

Lo scorso weekend a Capri si è svolto l’atteso Digital Summit di EY, giunto alla dodicesima edizione.
 
Il Summit di elevato spessore ha portato illustri relatori sui quattro temi affrontati, quali geopolitica, innovazione, tecnologia e le persone.
 
Era presente anche il Ministro dell’Innovazione Paola Pisano che ha annunciato “cercheremo di mettere ordine, ma punteremo a mettere disordine non accettando passivamente le cose fatte fin qui”, aspetto positivo dal momento che non si partirà da zero ma si continuerà con i progetti già avviati dal Commissario per l’attuazione dell’Agenda Digitale Lucas Attias, anche lui presente all’evento.
 
All’evento hanno fatto riflettere molto i risultati di una ricerca sull’innovazione condotta da SWG per EY Digital Summit.
La ricerca ha preso come campione rappresentativo 1027 cittadini tra i 18-65 anni, più un sovra-campionamento di 600 lavoratori impiegati in aziende private con più di 50 dipendenti e 150 tra manager e imprenditori.
Dall’indagine sono emerse delle novità importanti che hanno evidenziato dati numerici significativi: il 42% degli italiani teme gli effetti dell’intelligenza artificiale, il 70% sia dei manager sia dei lavoratori fatica ad accettare una cultura digitale d’impresa ed il 65% degli stessi ha timore ad investire in innovazioni digitali.
 
La velocità dei cambiamenti in corso travolge tutti e gli italiani ne sono consapevoli. L’innovazione è un processo ineludibile che riguarda anche coloro che non vorrebbero esserne coinvolti, infatti i dati dimostrano che non procede con la dovuta fluidità e permane il fatto che solo le grandi imprese riescono ad adattarsi al cambiamento, mentre i soggetti arretrati restano le istituzioni pubbliche, le organizzazioni no profit e le Pmi che non sono in grado o non hanno la possibilità di investire.
Altro fattore che si evince dall’analisi è la differenza di come viene vista l’innovazione tra i manager e la popolazione, compresi i dipendenti d’imprese. Ciò che li accomuna è il considerare l’innovazione come un camaleonte, un’agorà e un laboratorio, riuscendo far adattare a sé tutta la società.
Molto diversa è l’idea di un’azienda innovativa. La popolazione spinge per compiere più investimenti significativi in ricerca e sviluppo, ciò comporta che i manager debbano avere una costante attenzione verso ciò che è nuovo, al fine di creare discontinuità con il passato.
Una delle paure della popolazione rispetto ai processi d’innovazione è la perdita di lavoro e la perdita di competitività, ragione per cui sarà importante aiutare la popolazione a comprendere le opportunità e ricordare loro che l’innovazione non esiste senza le persone.
Il 62% dei manager palesa che per portare un contributo maggiore in termini d’innovazione è necessario cambiare l’approccio culturale dei manager ed insegnare loro ad avere il coraggio di percorrere sentieri inesplorati.
 
Quindi l’innovazione passa prima di tutto dai manager, che dovranno avere la capacità di accrescere le competenze dei propri dipendenti, necessarie in un contesto caratterizzato da una continua Trasformazione Digitale.
A tal proposito è doveroso citare il progetto di Luigi Gubitosi, AD di TIM, che vuole portare l’educazione digitale a 1 milione di italiani, insegnare loro a navigare, utilizzare la PEC e l’identità digitale Spid.
Il progetto inizierà dalla città di Marsala per proseguire nelle 107 province italiane, aprendo le porte a chiunque voglia alfabetizzarsi digitalmente, includendo anche le parrocchie, i centri anziani e le polisportive.
Iniziativa molto interessante questa se si analizzano i dati del DESI -Digital Scoreboard su Internet e servizi on-line dove si evince che l’Italia rimane sotto la media europea in termini di digitalizzazione e interazioni on-line tra PA e utenza. Il 19% degli italiani non ha mai utilizzato un servizio on-line e tutto ciò motiva il bisogno di elevare la cultura digitale italiana.
 
Donato Iacovone, AD di EY, apre il suo intervento “l’innovazione non può essere più importante della società” e consiglia di occuparsi di sostenibilità ambientale e sociale.
 
Per la SI-IES sono questi tutti argomenti già noti e iniziative già avviate anche con il Digital Innovation Hub Virtuale che è sempre in contatto con i 240 DIHs iscritti al Network dei DIHs della Commissione Europea diretta dalla DG-CONNECT.
All’evento abbiamo partecipato nella persona del Dott. Andrea Chiappetta.

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