Il Ministro Calenda e l’Industria 4.0 – Proposte e operatività

Il Ministro Calenda punta a rilanciare l’economia del nostro Paese partendo anche dal Piano Nazionale Industria 4.0.

Nel campo dell’economia però va fatta subito una precisazione, molti esperti hanno adottato modelli economici senza tenere in considerazione lo stato di crisi e creando errori previsionali che non possono essere definiti casuali. Una delle conseguenze dei modelli teorici posti a base delle previsioni e dei loro assunti  sul funzionamento dell’economia e delle relazioni tra le grandezze economiche è che non hanno mai risposto agli effetti attesi. Anche in Europa le previsioni sono state quasi sempre affidate ai cosiddetti modelli stocastici di equilibrio economico generale, che iscrivono nelle loro tradizioni del libero scambio a studiosi come John Taylor. E’ bene ricordare che questi modelli hanno negato anche l’effetto recessivo della PA.

Per fare l’Industria 4.0 bisogna partire dalla situazione socio-economica del nostro Paese, considerando le risorse umane disponibili e facendo una classificazione tra le PMI in maniera specialistica e settoriale, per poi cercare di calare il progetto con la speranza che l’impatto economico della nuova tecnologia risponda ai modelli che si stanno sviluppando attorno alla Digital Fabrication (Fabbricazione Digitale) denominati Regenerative Economic Model, laddove tali schemi prevedono di generare maggiore valore riducendo la dipendenza delle risorse economiche, creando, come indiretta conseguenza, anche nuovi mercati e avviando, prevalentemente, un sistema economico circolare in cui l’obiettivo è anche quello di vendere la merce.

Gli ingredienti necessari sono diversi, a partire dall’Internet of Things o Internet delle cose che dovrebbe/potrebbe teoricamente rivoluzionare il sistema di un paese, Rappresentando uno tra i paradigmi tecnologici più innovativi, le stime contestuali degli esperti sono positive.

L’Industria 4.0 dovrebbe, inoltre, toccare in maniera favorevole l’export nel campo della meccanica.

Il piano dovrebbe contenere lo sviluppo della banda ultra larga; lo sviluppo delle reti wireless e 5G; i digital innovation hubs ed i cluster territoriali valutando anche i distretti di innovazione tecnologica promossi sia dal MIUR che dal MISE. Vi sono dei distretti, quali ad esempio quelli della Regione Calabria, a partire dal Distretto Domus (Distretto delle tecnologie infOrmatiche e di coMunicazione per lo svilUppo di ambienti intelligenti e Sostenibili) che potrebbe aggregare con se altre realtà e costruire il primo cluster ad alta innovazione tecnologica per la Regione Calabria.

Perciò l’appello va al Ministro Calenda e al Ministro Giannini, perchè vi è necessità di uno sforzo di tipo politico per creare nuovi processi produttivi ed innovare quelli esistenti.

Punto cruciale è anche la digitalizzazione della pubblica amministrazione e il progetto dedicato agli open data. Per attuare e sviluppare tutto ciò bisogna mettere a disposizione finanziamenti per la ricerca con le ricadute necessarie come quelle atte a creare sempre più un mix virtuoso e fruibile che coinvolga PMI, mondo accademico e mondo della ricerca.

In questi casi guardare ad altri Paesi è sicuramente interessante, ma solo per evitare ulteriori errori. Risulta palese che non abbiamo il più delle volte indicatori e parametri comparativi che ci consentono di trasferire esperienze positive dagli altri Paesi Europei, così come in Italia per l’appunto, dove ormai non fa più notizia la perenne carenza di strategie e di interventi normativi applicati alle infrastrutture ed in particolare al mondo delle telecomunicazioni.

Le PMI possono creare delle ricadute occupazionali con la pianificazione strategica, con le Swot Analysis tanto millantate ma poco applicate, che consentono una progettazione strategica accurata e molto profittevole sia a livello di progetto che aziendale, andando a valutare punti di forza, punti di debolezza, opportunità e minacce, in ogni situazione in cui un’organizzazione o un individuo debba prendere una decisione per il raggiungimento di un obiettivo.

Ministro Calenda mi permetto di suggerirle la costituzione anche informale di un gruppo di giovani dai 20 ai 35 anni che possano confrontarsi intorno a un tavolo trasferendo sensazioni, esigenze e proposte non solo nel campo dell’Industria 4.0, ma anche nell’uso delle nuove tecnologie e se possibile creando un modello innovativo con indicatori all’avanguardia, completamente diversi e con la speranza che si possa avere un risultato favorevole evitando errori come nel recente passato che hanno sottoposto i giovani della mia età a gravami economici derivanti dalla crisi e da una spesa pubblica che dovremmo forse gestire noi stessi.

Un’ultima considerazione riguarda la formazione che non può essere a pioggia e ne tantomeno data sempre ai soliti che non hanno portato risultati produttivi, che non hanno dato ritorni, è pertanto auspicabile interagire anche con le piccole realtà per tematiche precise e circoscritte anche in relazione a quelle società che hanno creato centri di formazione come con business school proprietarie idonee e capaci di proporre soluzioni formative secondo le vere esigenze del giovane e del professionista, ed anche secondo le tendenze prevalenti del mercato dettate anche a livello industriale.

Andrea Chiappettahttp://www.andreachiappetta.it/
Creo ecositemi, credo nell’innovazione e penso che lo studio continuo e il confronto siano gli ingredienti per realizzare sinergie e soluzioni. Autore di Italia.Next edito da Rubbettino.

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