Il Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione 2017/2019, Sentieri Digitali ha già scritto sull’argomento, il provvedimento è stato varato a maggio scorso. Uno degli obiettivi è di cercare con semplicità un dialogo fra Pubblica Amministrazione e cittadino, puntando ad una risparmio del 50% della spesa annuale per la gestione corrente del settore informatico. La novità si chiama domicilo digitale (per gli amici d.d.), l’indirizzo online sarà il mezzo che regolerà il rapporto cittadino – PA, consente alle tasche pubbliche di riasparmiare 250 milioni l’anno.
Adesso il cittadino è alla finestra ad aspettare che la PA provveda a rendere “fruibili” i servizi esistenti e quelli in arrivo. La PA digitale deve cercare di organizzarsi nel suo interno indicando ruoli e competenze dei vari uffici. La Pubblica Amministrazione comunicherà, tra l’altro, con tutti i network ed è auspicabile che adotti ulteriori modalità di comunicazione per gli “utenti” dei social. Oggi vi è lo Spid, PagoPA e l’Anagrafe Nazionale delle popolazione residente. PagoPA è la piattaforma che consente a cittadini e alle imprese di eseguire pagamenti elettronici verso la PA. Risulta che hanno aderito in sedicimila tra amministrazione e gestori di pubblici servizi. Lo Spid (Sistema pubblico di identità digitale – vedi piano triennale) dovrà essere implementato obbligatoriamente entro il mese di marzo 2018, consente di dialogare in modo univoco e trasversale con tutti i servizi della PA (username e password), attualmente a dotarsene sono 1 milione e 630 mila persone.
Sicuramente si costituisce come un passo importante per la PA, ma anche di grande attesa da parte dell’utenza, anche per essere al passo con gli altri 26 paesi europei. C’è una considerazione da fare, non proprio banale: il nostro Paese palesa una forte presenza di anziani, le nascite sono molto modeste, ciò implica che molti cittadini non hanno, ad oggi, la capacità elementare per utilizzare i terminali informatici.