Come al solito si rimane fermi sulle sigle che diventano di linguaggio comune e si perde di vista il contenuto. Come più volte è stato scritto su argomenti che riguardano l’innovazione tecnologica, è necessaria la conoscenza e la formazione, oltre che l’adeguata ricerca e documentazione.
La VR, rientra nel concetto di evoluzione tecnologica e consente di aumentare l’immersione all’interno di una realtà virtuale elaborata e realizzata da esperti sviluppatori. Si trattano svariati dispositivi che cosentono all’utilizzatore di provare una totale immersione, sia a livello visivo che uditivo all’interno di questa realtà. Fra questi vi sono i caschi con visori stereoscopici, guanti (smartglove) per interagire con i vari componenti realizzati all’interno degli applicativi e rivelatori di movimento (sensori) utilizzati come dispositivi di motion tracking ed head tracking. L’ideale è il tentativo di simulare in tutto e per tutto, una realtà che interagisca con tutti i 5 sensi umani.
Nella Virtual Reality serve che la progettazione di una applicazione dedicata al mondo virtuale sia concepita e sviluppata congiuntamente alle tecnologie utilizzate. Con la VR si possono fare molte cose in più campi. Vi sono app che riguardano la sanità, la valorizzazione dei beni culturali o dei videogiochi, quindi applicativi VR dedicati all’intrattenimento, pensiamo alla Playstatio VR della Sony. Nel caso di un videogioco l’operazione di puntamento viene, per esempio, effettuata con il movimento della testa e le operazioni necessarie in questo caso vengono gestite con un solo pulsante. Può essere realizzato utilizzando unità 3D su un un software multipiattaforma per un videogioco, sia in 2D che in 3D.
Le argomentazioni sono diverse: la Realtà Virtuale ed il relativo lavoro dello sviluppatore di applicazioni; capire quali sono le metodologie di interazione con il mondo virtuale unitamente alle tecnologie già utilizzate: ad esempio il ruolo di Google Cardboard e gli ambienti che lo supportano.
Definire cosa è la Realtà Virtuale non è facile. Molti sono i tentativi, ma non sempre sono convergenti a livello internazionale. Quando si parla di immersione all’interno di un punto di vista o realtà alternative. Vi è una componente sensoriale legata al la sensazione di trovarsi all’interno di un ambiente e può differenziarsi in due stati di immersione differenti: quello fisico e quello mentale. Fase mentale è quella che si palesa quando il soggetto/utente entra in una fase di coinvolgimento emotivo profondo all’interno dell’esperienza virtuale; mentre per immersione fisica, si intende, quando si entra anche fisicamente all’interno dell’ambiente virtuale, ci si immerge e si interagisce fisicamente in esso. Ciò è fattibile per mezzo dell’utilizzo di appropriate tecnologie per stimolare i sensi del corpo umano, magari senza coinvolgere tutti i sensi nella azione descritta.
Con la VR si consente ai partecipanti di poter vivere e sperimentare esperienze simulate molto simili a quelle della realtà fisica, riducendo imprevisti e pericoli. È utile avere sempre un feedback sensoriale, la VR deve essere interattiva, per stimolare il tatto sono stati sviluppati dei dispositivi dei veri e propri guanti che ci consentono di percepire al tatto come degli oggetti veri inseriti nei vari contesti. Nel campo della sanità, ad esempio, per chi lavora all’avanguardia vi è l’associazione del guanto intelligente e anche dell’esoscheletro.
