Bisogna essere nativi digitali? Oppure è sufficiente studiare, verificare e fare? Oggi sul mercato esistono molte app (applicazioni mobili), ognuna con il proprio scopo applicativo. Anche per le app esistono più categorie: app native e app ibride, o multipiattaforma, e, infine, web-app. La scelta di una tipologia dipende anche dai bisogni e dalle prospettive di utilizzo.
Le app per applicazioni mobili sono diverse anche a seconda del sistema operativo (es. app Android, iOS). La rete offre software open source in grado di seguire tutte le varie fasi di realizzazione e destinazioni di utilizzo. La realizzazione parte sempre da alcune riflessioni, da cui poi scaturiscono le idee e, infine, il contenuto del progetto o del prodotto. Android è sviluppato da Google e rappresenta l’80% del mercato nel nostro Paese, mentre iOS è sviluppato da Apple, che pesa il 16% nel mercato del nostro Paese.
Un giovane conoscitore e laureato in tecnologie informatiche è nelle condizioni di realizzare un app mobile ibrida mediante l’ausilio, per esempio, del framework IONIC 2. Il lavoro deve essere programmato ed elaborato nella maniera seguente: va impostato a partire da analisi e progettazione, comprendendo i requisiti e l’organizzazione dei dati, e tenendo presente i servizi web, e i diagrammi delle attività e della navigazione. Segue la fase dell’implementazione, che dal contesto delle applicazioni ibride include l’implementazione lato server e lato utente, la gestione delle informazioni e delle preferenze dell’utente, la definizione di interfaccia e servizi.
Quanto descritto in maniera sintetica, e, quindi, non esaustiva, è utile per sviluppare un’applicazione per smartphone e stimola ulteriori riflessioni per valutare la capacità ed il ruolo della tecnologia. Volendo aggiungere un’ulteriore considerazione legata a quando mi sono specializzato presso l’Università di Roma La Sapienza – Facoltà di Statistica, quanto sopra descritto era, per buona parte, assente. Nel tempo abbiamo assistito a mutamenti ed evoluzioni, ma è rimasto immutato il ragionamento, lo studio, le considerazioni e gli aspetti propositivi.