La SI-IES sta approfondendo l’argomento energetico prendendo in esame il ruolo della CO2 e il suo abbattimento. A questo proposito l’argomento che si sta affrontando cerca di analizzare la situazione attuale e gli sviluppi futuri.
In natura l’idrogeno non è presente in forma libera ma può essere generato attraverso un’ampia serie di processi chimici e fisici. Attualmente si ricava principalmente per usi industriali a partire dal gas naturale ricorrendo a un processo di conversione termochimica che produce anidride carbonica (il cosiddetto “idrogeno grigio”). A questa modalità, però, si affiancano altre due strade: la tecnologia di cattura e stoccaggio della CO2 per ottenere idrogeno decarbonizzato (o idrogeno “blu”) e l’elettrolisi dell’acqua che consente di ottenere “idrogeno verde” utilizzando l’energia elettrica per “scomporre” l’acqua in idrogeno e ossigeno senza produzione di CO2.
Alcuni esperti sostengono che larga parte del gas rinnovabile in Europa sarà inizialmente costituita dall’idrogeno “blu” – prodotto, come detto, da gas naturale tramite la cattura e lo stoccaggio del carbonio e che sarà via via sostituito, a partire dal 2050, dall’idrogeno “verde” generato attraverso eolico e solare.
L’argomento interessa sia a livello europeo che internazionale e in particolare in Europa vi sono già delle iniziative portate avanti dall’Olanda e dalla Germania. Il primo ha lanciato un “progetto NortH2” che riguarda la produzione dell’idrogeno “verde” attraverso l’utilizzo di mega impianti eolici. NortH2 punta a sfruttare il potenziale del Mare del Nord per l’eolico e combinarlo con infrastrutture esistenti di Gasunie per lo stoccaggio e la distribuzione del gas. Mentre Lingen, una città della Germania, punta a sfruttare le infrastrutture già esistenti di distribuzione di gas per fornire l’idrogeno rinnovabile alle raffinerei locali a una centrale elettrica e anche a una stazione di servizio per i veicoli locali.
Secondo SI-IES quanto analizzato potrebbe essere oggetto di riflessione anche per il nostro Paese per cercare in maniera corretta, professionale e trasparente, progetti analoghi al fine di contribuire all’abbattimento della CO2. Ci sono delle date che sono state indicate e che si pongono come una specie di “limite temporale” – 2025, 2030 e 2050- entro le quali bisogna rispettare le percentuali di riduzione delle emissioni. È ipotizzabile l’utilizzo di nuove tecnologie da qui al 2050? È su questo che bisogna incidere e investire come Paese, come Europa e come mondo per produrre ricerche innovative altrimenti si rischia di restare in superficie e non approfondire e adottare soluzioni operative e strategiche per risolvere il problema.
In Italia sono molte le iniziative sull’energia alternativa e dal punto di vista della produzione di energia elettrica e rinnovabile la percentuale stimata è del 36%. Oltre un terzo dell’energia elettrica è rinnovabile. A settembre del 2019 le fonti alternative dell’Italia hanno soddisfatto il 36.1% della domanda di energia elettrica. Nel 2018 l’energia rinnovabile rappresentava il 18.9% dell’energia consumata nell’ambito europeo cercando di raggiungere l’obbiettivo del 20% per il 2020. Sempre nel 2018, la quota di energia da fonti rinnovabili utilizzata nel settore dei trasporti nell’UE ha raggiunto l’8,3 %.
Si punta a diventare il primo continente del mondo a impatto climatico zero entro il 2050: l’obbiettivo del Green Deal europeo. L’ambizioso pacchetto di misure che dovrebbe consentire a cittadini e imprese europee di beneficiare di una transizione verde sostenibile.